Storie di mattoncini. La Baita: intervista al creatore Andrea Lattanzio, unico italiano sul pianeta LEGO

Andrea Lattanzio
Heidi Busetti, autore di Family Go

Creativo fin nel midollo. Curioso, appassionato e pieno di idee. Andrea Lattanzio, 48 anni, conosciuto dai fan Lego come Norton74, è il primo italiano che può vantare nel curriculum una voce a dir poco originale: è infatti l’ideatore del set Lego Ideas – Baita, sbarcata da inizio febbraio in tutti i negozi Lego.

Il modello prende ispirazione dalle baite con l’iconica forma ad “A” e si sviluppa su due piani, con camera da letto superiore, soggiorno e cucina al piano terra. All’esterno, il set presenta una veranda con dei gradini che conducono nella parte outdoor, dove si trovano una legnaia e alberi intricati che ospitano un simpatico scoiattolo. Sono incluse anche quattro minifigures LEGO, che possono prendere parte a tante attività: riunirsi vicino al camino, suonare la chitarra acustica o fare una gita in canoa. Con un totale di 2082 pezzi, il set è il primo con le foglie Lego biodegradabili! Ma come è nata questa idea? L’abbiamo chiesto direttamente al suo ideatore, quell’Andrea che da bambino già si divertiva con i mattoncini e al compleanno soffiava le candeline con accanto un castello Lego e le guardie minifigures schierate. L’intervista è dedicata a tutti quei genitori che amano l’avventura e i sogni, anche se per una volta si realizzano stando a casa, o meglio… in una baita!

 

Andrea iniziamo da qui, da quell’infanzia di cui protagonisti furono anche i mattoncini Lego, capaci di stimolare la tua creatività. Oggi sei il primo italiano ad aver raggiunto questo traguardo. Cosa penserebbe il piccolo Andrea di te?
(Ride) Posso dire d’aver realizzato un grande sogno di quando ero bambino! Tutti i ragazzini che amano Lego desiderano lavorare nell’azienda danese, oppure vedere un proprio set sugli scaffali degli Store. Ancora oggi fatico a credere che A-Frame Cabin sia nei negozi Lego di tutto il mondo e, a volte, mi sembra di vivere un’esperienza surreale. Sono un’amante del gioco in generale, soprattutto se sono passatempi che richiedono ingegno e pazienza e credo fermamente che giocare dia un senso alla vita, perché dà allegria.

Il gioco quindi come espressione della personalità…
Da piccolo non disegnavo e non sapevo suonare uno strumento. Nella Lego trovavo dunque la strada per esprimere ciò che avevo dentro, i pensieri e i miei sogni di bambino. Con le costruzioni riuscivo a comunicare e come me chissà quanti altri bambini hanno fatto questa meravigliosa esperienza. Anche gli adulti ora hanno scoperto il potere dei mattoncini: nelle aziende, per esempio, viene proposto Lego Serius Play, una metodologia per lavorare in team, confrontandosi.

Andrea facciamo un gioco, un salto indietro nel tempo. Torniamo a 40 anni fa, per incontrare il piccolo Andrea e dirgli che costruirà un set Lego distribuito in tutto il Mondo. Come reagirà questo bambino?
(Ride) Beh, lo vedo impazzire di gioia! Pensa, la mia passione per i mattoncini è partita prestissimo, perché avendo un fratello maggiore di sei anni me li sono trovati in casa fin da quando ero in fasce. I primi Lego con cui giocavo erano tutti suoi. Avevo il castello (ora pezzo ricercatissimo, ndr), i Technic… poi, compiuti i cinque anni, hanno iniziato a regalarli anche a me, e la fortuna ha voluto che mia madre non buttasse via nulla col passare del tempo!

Quindi hai ancora tutti i tuoi set?
Tanti sono smontati, ma i mattoncini li ho tutti. E questo è stato prezioso perché quando ho iniziato a ideare le mie creazioni, non sono partito dal computer, ma dai mattoncini veri e propri. Li conservo in una casa di famiglia e quando torno lì e apro quelle scatole è come sbirciare nella mia infanzia.

La tua A-Frame Cabin, la Baita, oggi è in tutti i negozi Lego. Come è nata questa idea?
Guarda, in realtà non è arrivata come si potrebbe pensare da un viaggio, ma da un libro fotografico che mi è capitato in mano nel 2021. All’interno c’erano decine e decine di case strane da tutto il mondo, dalle case sull’albero fino ai bunker. E poi, sfogliandolo, ho visto questa tipologia di casa a forma di A, che in Italia non dice nulla, ma negli Stati Uniti è un’icona. Sono le seconde case degli Americani, costruite dopo la Seconda Guerra Mondiale per trascorrere il week-end. Queste abitazioni così singolari avevano la prerogativa d’essere abbastanza economiche perché erano prefabbricate. Poi negli Anni Settanta sono state un po’ abbandonate, fino ai giorni nostri quando sono state riscoperte e rivalutate. Oggi sono un vero must, al punto che su Instagram esistono intere pagine dedicate alle A Frame Cabin o, in generale, alle Tiny House. Sono tornate così in auge perché molti desiderano riscoprire la Natura e la quiete dei boschi, lasciando la città.  Questo aspetto è stato molto marcato nello storytelling che Lego ha fornito nel racconto del set, che per mia grande gioia sta piacendo davvero moltissimo. Il segreto? Unisce il messaggio di un ritorno alla Natura con una costruzione degli Anni Quaranta che ora è anche di moda. Inoltre è un’abitazione inusuale che fa sognare i bambini…

In redazione è parsa una casa che si poteva abbinare a un villaggio natalizio, perché ci ha ricordato una casa elfica…
Assolutamente! In molti hanno già iniziato a trasformarla, mettendoci la neve e Babbo Natale all’entrata. Tra l’altro, quando ho presentato il prototipo, avevo anche studiato la versione natalizia, ma poi ho scelto di pubblicare su Lego Ideas la versione standard.

E cosa dicono i tuoi figli di questa conquista?
Beh, Pablo e Claudia, ma anche mia moglie, sono impazziti di gioia. Anche per loro il mondo Lego si sta rivelando un’esperienza bellissima. Quando sono stati al primo firmacopie e hanno visto quante persone sono venute nello Store, mi hanno chiesto: “Ma papà, sei così famoso?” Più di ogni altra cosa, spero di trasmettere ai miei figli il valore della fatica che, alla fine, premia. Dietro alla A-Frame Cabin infatti c’è tantissimo impegno, e solo alla sera, quando ho finito di lavorare e sono stanco morto, posso ritagliarmi del tempo per creare. Loro mi osservano. Voglio pensare d’aver trasmesso questo messaggio: lavora per i tuoi obiettivi, i risultati arriveranno.

 

La missione del Gruppo LEGO è ispirare e sviluppare i costruttori del futuro attraverso il potere del gioco. Il LEGO System in Play, con le sue fondamenta in mattoncini LEGO, consente ai bambini e fan di costruire e ricostruire tutto ciò che possono immaginare. Il Gruppo LEGO è stato fondato a Billund, in Danimarca, nel 1932 da Ole Kirk Kristiansen, il cui nome deriva dalle due parole danesi LEg GOdt, che significa “Gioca bene”. Oggi, il Gruppo LEGO rimane un’azienda a conduzione familiare con sede a Billund. Tuttavia, i suoi prodotti sono ora venduti in oltre 140 paesi in tutto il mondo.

Per festeggiare il lancio del set Lego Ideas – Baita, il Gruppo LEGO ha realizzato un’autentica esperienza di relax in baita, dove è possibile immergersi nella natura grazie alla cam LEGO Baita ((1) Experience the slow life in the LEGO Ideas A-Frame Cabin – YouTube) e scoprire cosa succede nel bosco. Chissà, magari potrebbe saltar fuori anche qualche scoiattolo!

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