Normandia in famiglia: spiagge, scogliere, porti e cattedrali che restano nel cuore

Normandia con i bambini: Etretat
Erika Fasan, autore di Family Go
Autore:
Tempo necessario: 1 settimana
Età bambini:  1-3 anni4-12 anni13-18 anni

Panorami rubati a qualche pittore impressionista, spiagge spazzate dalle maree e accese da una luce dorata, porti pittoreschi e luoghi da fiaba che sembrano galleggiare sull’acqua, scogliere suggestive e borghi incantati: la Normandia è uno di quei luoghi che ti restano nel cuore. Da Rouen a Mont Saint-Michel, ecco il racconto del nostro viaggio nella regione francese affacciata sul Canale della Manica.

Il nostro viaggio in Normandia con i bambini inizia dal capoluogo, Rouen. Anzi un po’ prima, da La Roche Guyon, un meraviglioso paesino di 464 abitanti lungo la Senna: siamo nell’Ile de France e la Normandia è a pochissimi km. Ci sembra di buon auspicio dormire qui, in un’atmosfera che sembra rubata a uno chansonnier e che fa molto “Francia come uno se la immagina” (o per lo meno come me la immaginavo io), la notte prima di iniziare il nostro viaggio alla scoperta di questa terra splendida: una sera passata ad ammirare la pioggia che scende come in una poesia di Prévert e la luce fioca dei lampioni a riflettersi sulle pozzanghere. Cosa chiedere di più?

Rouen: tra chiese e case di graticcio, sulle tracce di Giovanna d’Arco

Normandia con i bambini: la cattedrale di Rouen  Rouen, orologio

Siamo stati due volte a Rouen negli ultimi anni. La prima, in luglio, come tappa iniziale di questo viaggio alla scoperta della Normandia e la seconda, in agosto, di ritorno da un viaggio in Inghilterra, appena sbarcati dal traghetto con cui avevamo attraversato la Manica (e, per inciso, la traversata Calais-Dover con le Bianche Scogliere che si intravvedono già dalla Francia vale da sola un viaggio e un articolo!). E, forse più che in altre città, abbiamo avuto la sensazione che visitare un luogo in periodi “non prettamente di vacanza” è il modo migliore per conoscerlo davvero, mischiarsi coi suoi abitanti, viverne le atmosfere reali e quotidiane e non quelle un po’ “sospese” della pausa agostana.

Normandia con i bambini: la chiesa di Santa Giovanna d'Arco a Rouen  Normandia con i bambini: Rouen

Rouen ci accoglie con le vie brulicanti del suo centro storico, con i tantissimi locali in cui assaporare le più diverse tipologie di cucina, ma soprattutto con le sue bellissime case in graticcio che fanno tanto “Medioevo in Europa centrale“. Le abbiamo ammirate, o forse meglio dire che le abbiamo inseguite, in Germania, in Inghilterra e soprattutto qui in Francia (indimenticabili per noi quelle di Tours nella Loira, quelle di Colmar in Alsazia e perfino quelle di Bayonne, incantevole cittadina basca degli Alti Pirenei) e ogni volta è stato un tuffo al cuore.

Normandia con i bambini: Rouen  Normandia con i bambini: Rouen

Da non perdere a Rouen con i bambini: la Cattedrale gotica di Notre-Dame, con la sua facciata incredibile facciata e la tomba di Riccardo Cuor di Leone, il grande orologio astronomico risalente al XIV secolo, la Place du Vieux-Marché con i suoi banchi che mettono appetito alla sola vista, ma soprattutto con la spianata in cui Giovanna d’Arco fu bruciata viva a soli 19 anni. Alla pulzella d’Orléans è dedicata anche la chiesa Santa Giovanna d’Arco, un edificio dalle linee poco comuni i cui tetti evocano le fiamme di una pira.

La casa di Monet a Giverny

Normandia con i bambini: la casa di Monet a Giverny  Normandia con i bambini: la casa di Monet a Giverny

Meta imperdibile di un viaggio in Normandia è la casa di Monet a Giverny, a circa 60 km da Rouen. Ci arriviamo non solo sulla scorta delle lezioni di storia dell’arte, ma anche delle pagine di un piccolo romanzo (Caroline Vermalle, La felicità delle piccole cose) in parte ambientato qui:

Appena iniziò a guadagnare con la pittura, Monet cominciò a viaggiare, come Gauguin, Renoir e Cézanne. Alla fine però la felicità – e credo anche la verità – non la trovò in capo al mondo, ma nel suo giardino. Tutti quei colori, la luce che cambiava a ogni istante, la magia dell’effimero. Nel suo giardino scoprì i veri tesori. Monet lo dipinse finché non diventò quasi cieco e in questo modo, a pensarci bene, ha aperto gli occhi al mondo.

La casa, oggi sede della Fondation Claude Monet, è un piccolo mondo in cui il tempo sembra essersi fermato. Il percorso di visita parte dai giardini fioriti, impreziositi da ruscelli e laghetti con le celeberrime ninfee, e prosegue all’interno dell’abitazione che conserva immutati i mobili, i tendaggi, le stoviglie e le iconiche ceramiche e stampe giapponesi del pittore.

Normandia con i bambini: la casa di Monet a Giverny  Normandia con i bambini: la casa di Monet a Giverny

L’intero villaggio di Giverny sembra ruotare attorno all’abitazione di Monet: le sue strette vie, le sue case basse con intonaco rosa o verde e, dal 2009, il Musée des impressionnismes Giverny dedicato alla storia degli impressionisti.

Da Etretat a Honfleur: nel Calvados, come in un quadro impressionista

Normandia con i bambini: Etretat  Falesie di Etretat

E sembra proprio l’Impressionismo il filo conduttore di questo nostro viaggio che prosegue a Etretat e alle sue famose scogliere, Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. Non solo perché le falesie della Costa d’Alabastro sono state immortalate da Monet e altri pittori, ma anche perché qui la bellezza arriva diretta, senza la mediazione di sovrastrutture culturali e riconoscimenti ufficiali. Proprio come l’impressione che dà il nome al movimento artistico…

La sensazione, sulla spiaggia di sassi e ciottoli, è quella di volersi imprimere negli occhi il più possibile: guardo a sinistra, verso la falesia d’Aval (dipinta da Monet), oppure a destra verso la falesia d’Amont? E soprattutto, visto che l’ascensione a entrambe ci sembra troppo impegnativa con due bimbe piccole, su quale salgo? Decidiamo di salire quella di destra, attratti dal verde dell’erba che la ricopre e dalla possibilità di vedere la chiesetta.

Honfleur in Normandia, porto  Normandia con i bambini: Honfleur

Proseguiamo poi, passando per Le Havre e l’avveniristico Ponte di Normandia, per Honfleur, pittoresco porto sull’estuario della Senna. Ecco, se dovessi scegliere un’immagine di questo viaggio in Normandia, che pure ho amato in ogni singolo scorcio e momento, sceglierei proprio Honfleur. Le sue case in graticcio che si riflettono sull’acqua del Vieux Bassin (il vecchio porto), le viuzze strette gremite di locali e gallerie d’arte, le luci cangianti dei suoi cieli: Honfleur ha ispirato pittori come Courbet, Monet, Boudin e molti altri e il motivo è chiaro davanti ai nostri occhi.

Honfleur in Normandia, chiesa in legno di Santa Caterina  Honfleur in Normandia

Per la gioia delle mie figlie la Francia pullula di romantiche giostre a cavalli (variamente attualizzate) e questa cittadina non è da meno. Con il valore aggiunto della cornice del porto che rende la serata davvero magica. L’indomani, prima di ripartire, ci concediamo la classica colazione alla francese (croissant, baguette spalmata di burro e marmellata, spremuta d’arancia) ammirando una volta di più il paesaggio che ci ha stregati e una visita alla Chiesa di Santa Caterina, la più grande chiesa in legno di Francia, con il suo soffitto che richiama lo scafo di una nave rovesciata.

Le spiagge dello sbarco: e se fosse un modo per parlare di pace?

Normandia con i bambini: cimitero americano nelle spiagge dello Sbarco  Normandia con i bambini: cimitero americano nelle spiagge dello Sbarco

La tappa successiva del nostro viaggio è Omaha Beach (che si estende da Vierville-sur-Mer a Colleville-sur-Mer), forse la più famosa tra le spiagge dello sbarco in Normandia. Le altre spiagge teatro del D Day sono Utah BeachGold Beach, Juno Beach e Sword Beach.

Qui, nella sola giornata del 6 giugno del 1944, morirono tra gli alleati ben 10.200 uomini: i loro corpi riposano nel suggestivo cimitero e monumento alla memoria americano di Colleville-sur-Mer dove file interminabili di croci bianche immerse nel verde e affacciate sul mare continuano a lanciare il loro monito. Ogni giorno alle 16.30 si si tiene la cerimonia delle bandiere, con la bandiera americana ammainata e piegata al suono dell’inno militare.

La retorica, nemmeno a dirlo, è quella dei vincitori. E ci sta tutta, visto quello che i libri di scuola insegnano. Ma in tempi bui come questi, in cui è sempre più difficile distinguere tra torto e ragione e tra vincitori e vinti e l’unica cosa certa è che in guerra ci sono solo sconfitti, ci consola sapere che poco lontano, a Le Cambe, sorge anche il più grande cimitero di guerra tedesco in Normandia, che conserva  i resti di oltre 21.200 militari tedeschi.

Mappa dello sbarco in Normandia  Normandia con i bambini: le spiagge dello Sbarco

Sebbene meno famoso di quello americano, è il luogo in cui i tedeschi possono ricordare i loro cari. Che, è bene ricordarlo, erano ragazzi come tutti gli altri, vittime di scelte scellerate su cui non avevano alcuna responsabilità. Se c’è un messaggio di tutta la vacanza che speriamo sia passato alle nostre figlie è proprio questo.

Addolciamo l’amarezza di queste considerazioni concludendo la nostra giornata sulla spiaggia di Omaha Beach: lo sbarco è ricordato da un monumento ai caduti in acciaio, ma il luogo sembra oggi soprattutto proprietà dei surfisti. Indimenticabile per noi la luce dorata fin oltre le 22.

Un finale da sogno: Mont Saint-Michel

Mont Saint Michel   Normandia con i bambini: Mont Saint-Michel

Gran finale del nostro viaggio in Normandia non poteva che essere Mont Saint-Michel, l’isolotto nella baia omonima, dominato dall’abbazia di San Michele Arcangelo da cui prende il nome. Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’Unesco dal 1979 e definito la “Meraviglia dell’Occidente” perché importante meta di pellegrinaggio fin dal Medioevo, Mont Saint-Michel è famoso soprattutto per le Grandi Maree che in alcuni giorni dell’anno lo circondano completamente fino a isolarlo dal “continente” cui è collegato da un tombolo. Questa speciale marea, scrisse Victor Hugo, “avanza rapida quanto un cavallo al galoppo” e dipende sia dall’azione della luna che dalla particolare conformazione della baia, una piana di sabbie sedimentose, vere e proprie sabbie mobili in certi momenti.

Dire che cosa ci ha più colpito di Mont Saint-Michel è impossibile: forse la sua imponenza che si scorge già in lontananza e ti fa fermare per la prima foto o forse la bellezza che si scorge man mano che ci si avvicina lungo il ponte-passerella (percorribile a piedi o in navetta). Forse le nuvole che, come nella migliore iconografia, si inseguono veloci nel cielo o forse la consistenza delle sabbie che lo circondano, che non ci sembra di aver mai trovato altrove.

Normandia con i bambini: Mont Saint-Michel  Mont Saint Michel di notte

Saranno le vie brulicanti di negozi e locali che affollano la parte bassa della rocca o sarà il panorama via via più aperto mano mano che si sale, un po’ a fatica, verso la sommità che ospita l’abbazia benedettina del X secolo? Noi, nel dubbio, a Mont Saint-Michel ci siamo tornati due volte nello stesso giorno: per visitarlo con la luce assieme agli altri turisti e per rivederlo la sera illuminato. Per percorrerne le viuzze svuotate e silenziose e ammirare il “cielo più stellato della mia vita” diventare tutt’uno con l’Oceano.

Cosa mangiare

La ricchezza di coste e porti fa del pescato una delle “regine” della cucina normanna: servite praticamente ovunque le gustose (ed economiche!) moules frites, una casseruola di cozze alla marinara servite con patatine fritte, e le moules à la créme, alla crema di cipolla e burro.

Normandia con i bambini: il pescato  Normandia con i bambini: i formaggi tipici

E proprio burro (salato), panna, latte e formaggi sono gli ingredienti immancabili della maggior parte delle ricette à la normande. Tra i formaggi più famosi ricordiamo quelli a pasta molle – come il Camembert, il Livarot e il Pont-l’eveque – che prendono il nome da altrettante cittadine. A Livarot ci siamo regalati un paio d’ore in un caseificio che propone anche divertenti attività didattiche, oltre a degustazioni e alla possibilità di osservare da vicino tutte le fasi della produzione.

Normandia con i bambini: attività didattiche al caseificio di Livarot  Normandia con i bambini: caseificio di Livarot

La zona, il Calvados, dà il nome anche a una pregiata acquavite a base di sidro di mele.

Come arrivare in Normandia

La formula più semplice e veloce è probabilmente il fly & drive con atterraggio in uno dei aeroporti di Parigi (la Normandia non è servita da voli diretti dall’Italia) e il noleggio di un’auto per partire alla scoperta della regione e magari proseguire nell’altrettanto incantevole Bretagna.

Ma se come me avete un marito che ha paura dell’aereo (bel paradosso per una giornalista di viaggio!) la Normandia si può raggiungere, specie se partite dal nord Italia, tranquillamente anche in auto. Basta pensare a una qualche tappa intermedia che può rivelarsi l’occasione per visitare città e paesi inizialmente non messi in programma. Che per noi sono stati Digione all’andata e Annecy in Savoia al ritorno (il rientro dalla nostra vacanza in Normandia e Bretagna aveva previsto anche tre giorni a Tours per visitare alcuni dei Castelli della Loira), ma anche – in un successivo viaggio sempre nel nord della Francia, Colmar e Reims (all’andata) e Lione al ritorno.

Per informazioni

it.normandie-tourisme.fr

www.france.fr/it

 

Copyright: FamilyGO. Foto di E. Fasan; M. Rosellini; Depositphotos/ perszing

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