Il Testamento dell’Ortolano: a teatro una fiaba moderna dagli insegnamenti antichi

Redazione, autore di Family Go
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Tempo necessario: 1 giorno
Età bambini:  1-3 anni4-12 anni13-18 anni

Uno spettacolo teatrale che racconta il delicato rapporto dei genitori con i figli, passando attraverso la terra, il suo rispetto, e il lavoro necessario per renderla produttiva.

Una favola antica, che porta alla luce insegnamenti moderni. O viceversa: un racconto di oggi, che spiega a tutti i valori d’un tempo. C’è tutto questo ne “Il testamento dell’Ortolano” , un monologo teatrale portato in scena da Massimo Barbero, tratto da un racconto di Antonio Catalano, eclettico artista, poeta della meraviglia, cantore delle piccole cose, che ne ha rielaborato il testo con la regista dello spettacolo Patrizia Camatel.

A portarlo in giro tra Piemonte, Liguria e Lombardia, nel mese di settembre, sarà il Teatro degli Acerbi, compagnia astigiana di teatro popolare che da sempre lavora sul teatro formativo, inclusivo, pedagogico, attraverso progetti che riportano a tutti (bambini e ragazzi compresi) la bellezza di un modo antico di narrare le cose di ogni giorno.

Il Testamento dell’ortolano: la trama

Protagonista della storia è l’ortolano Adelmo, vissuto in quel passato prossimo in cui l’orto era fonte primaria di sostentamento famigliare. Egli ha ricevuto la terra dai suoi antenati, l’ha coltivata per tutta la vita, ha imparato dal padre, ma si è anche inventato il mestiere sperimentando ad ogni stagione, con buona pace di tradizioni e proverbi. Il giorno in cui, infine, si sente vicino alla morte, si chiede che destino avrà il suo orto, nelle mani del figlio Michele. Ricevere in eredità un pezzo di terra e attrezzi agricoli può essere gravoso. Ma se si entra per quel cancelletto sgangherato anche solo per fare pulizia, per il decoro del vicinato, si rischia di subire il fascino di quella variegata comunità di esseri viventi, che va avanti strenuamente anche nel disinteresse del novello proprietario.

Una storia di padri e di figli, di sentimenti e di emozioni che passano attraverso il patrimonio più grande che la natura ci dona, la terra.

L’orto può diventare così un luogo in cui specchiarsi, in cui ritrovare le vicende famigliari, in cui scoprire il legame plurimillenario tra l’umanità e la Terra, che dobbiamo tutelare come eredità comune e ancor più come fonte di vita. Insomma, l’orto è il luogo dove ci si prende cura della terra, e dove la terra cura il corpo e l’anima. Questo è il messaggio lanciato dall’ortolano, laborioso e bonario, filosofo e poeta a sua insaputa.
Come un antico “cunto” in cui però si narrano le gesta non di prodi cavalieri, ma di contadini in sella alla Lambretta, di peperoni magici esplosi in cielo come fuochi d’artificio, di balli a palchetto e lune di polenta.

Le date degli spettacoli

Mercoledì 3 settembre alle 21.00 l’appuntamento con “Il Testamento dell’Ortolano” è a Santa Margherita Ligure (GE), Villa Durazzo per Festival Tigullio a Teatro; segue domenica 7 settembre alle 16.30 lo spettacolo a Montaldo Roero (CN), Bosco Fatato in occasione del Festival Profondo Umano; venerdì 12 settembre alle 20.30 a Milano, Parco di Porto di mare per l’evento “Il cielo sopra Milano” e, infine, domenica 14 settembre alle 16, si conclude in Piemonte a Villar Focchiardo (TO), Cascina Roland per il Festival Borgate dal Vivo.

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