
Draghi che sputano fuoco, sirene combattive, capretti dispettosi, buffi gnomi e divinità che trasformano monete in polvere d’oro: visitare città come Varsavia, Cracovia, Poznan, Breslavia o Danzica seguendo le orme delle loro leggende significa scoprire un volto diverso della Polonia che piacerà tantissimo ai bambini (ma anche ai grandi), dove la fantasia si intreccia con la realtà.
La Polonia è in grado di sorprendere a ogni passo. Lo avevamo già scoperto parlandovi dei luoghi insoliti in Polonia da visitare con i bambini. Ma c’è anche una Polonia delle fiabe, in cui statue, ponti, orologi, fontane rivelano simboli nascosti o creature fantastiche protagoniste di storie curiose, leggende e racconti popolari.
E spesso si trovano semplicemente facendo una passeggiata in alcune delle principali città del paese, senza allontanarsi particolarmente dagli itinerari classici ma percorrendoli con uno sguardo diverso, dando quel tocco di curiosità e fantasia che conquista subito i piccoli viaggiatori.
Non ci credete? Andiamo a scoprirli!
La Sirena di Varsavia e le origini della città

Partiamo dalla capitale, nonché città più grande della Polonia, Varsavia. Qui vi basterà una passeggiata nel centro storico (Stare Miasto), tra case dalle facciate colorate e carrozze, per scovare una singolare sirena, armata di scudo e spada. Disseminata un po’ ovunque, dallo stemma cittadino alle statue e lungo il fiume e persino nei mosaici e nelle lanterne che decorano le vie, è perfetta per una sfida con i bambini a chi ne trova di più! Potete poi raccontate loro che Varsavia deve la sua leggenda fondativa proprio a una sirena. Si racconta che, nuotando dal Baltico lungo la Vistola, la creatura rimase affascinata dalla bellezza della città e decise di stabilirsi sulle sue rive. Rapita da un mercante senza scrupoli, fu salvata dai pescatori, ai quali promise eterna protezione.

D’altra parte anche il nome della città è avvolto da almeno 3 racconti che intrecciano mito e storia: c’è chi narra che due pescatori, Wars e Sawa, accogliessero e aiutassero chiunque avesse bisogno ed è così che attorno alla loro capanna nacque un villaggio che prese il nome di Warszawa; chi sostiene che invece la sirena Sawa e il pescatore Wars si innamorano e si stabilirono lungo le rive del fiume; c’è chi, infine, tramanda che un principe trovò rifugio presso una capanna lungo la Vistola dove viveva una donna con i suoi due figli, Wars e Sawa e decise di aiutare la famiglia a costruire una nuova comunità, che prese il nome dai due bambini.
Cracovia, il Drago di Wawel e il cavaliere Lajkonik

C’è un drago che per secoli ha fatto tremare Cracovia. Pare vivesse in una grotta sulla collina, proprio dove oggi si erge il Castello Reale di Wawel, e che terrorizzasse gli abitanti. Fino a quando non fu sconfitto da un giovane astuto calzolaio. Oggi la sua leggenda rivive nella statua di bronzo davanti al castello, che grazie all’installazione interna sembra davvero sputare fuoco! Le tracce del drago si ritrovano anche in altre zone della città: sul Tumulo di Krakus ad esempio, nelle decorazioni della cattedrale o in piccole statuette di bronzo sparse per le strade.

Un’altra figura leggendaria a Cracovia è il cavaliere Lajkonik. In questo caso il racconto parla di un umile fiumarolo che indossando le vesti di un guerriero tartaro sconfitto e cavalcando un cavallo finto, avrebbe guidato la popolazione in una parata di vittoria. Ancora oggi potreste incontrarlo, ma solo a giugno, nel giovedì successivo al Corpus Domini, quando percorre le vie della città con il suo costume sgargiante e la lunga barba nera, danzando tra la folla e portando fortuna a chi riceve un colpo del suo scettro dorato.
I capretti di Poznan e il cornetto di San Martino

Due capretti che si rincorrono e si “prendono a cornate” ogni giorno alle 12 sulla Torre del Municipio: sono tra i simboli più amati di Poznan e tra le leggende più divertenti della tradizione polacca. Si narra infatti che un cuoco, per rimediare a un pranzo non riuscito, tentò di cucinare due capretti rubati, ma gli animali, più furbi di lui, scapparono e si arrampicarono sulla torre, iniziando a darsi testate davanti alle autorità cittadine, arrivate per osservare l’istallazione dell’orologio in una delle finestre del Municipio. Da allora, ogni giorno a mezzogiorno, i capretti escono dall’orologio e ripetono il loro buffo “duello”.

Ma sapete che in città c’è anche una leggenda… molto golosa? Riguarda il celebre cornetto di San Martino (tra l’altro marchio IGP) e racconta che, alla vigilia della festa del patrono della città, il parroco invitò i fedeli a compiere un gesto di carità verso i più poveri. Quella notte, un pasticcere sognò San Martino a cavallo del suo cavallo bianco e decise di creare un dolce che ricordasse la forma del ferro del cavallo. Nacque così un cornetto golosissimo, ripieno di semi di papavero, frutta secca e mandorle, distribuito ai bisognosi come dono di speranza.
Il capretto di Lublino, simbolo di giustizia

I capretti non sono protagonisti soltanto delle leggende di Poznan: anche a Lublino, città del sud est della Polonia tra le più antiche di tutto il paese, questo piccolo animale è al centro di un racconto affascinante, divenuto parte integrante dell’identità cittadina. Si narra che, molti secoli fa, un giovane pastore venne accusato ingiustamente da un ricco nobile di rubare cavoli dal suo orto e decise quindi di portare il suo capretto davanti ai giudici cittadini. Durante il processo, l’animale si liberò e saltò sul banco dei giudici, facendo ridere tutti e smascherando la falsità delle accuse.
Da allora il capretto è diventato un simbolo di protezione e di verità; la sua immagine si può ammirare nello stemma e nelle tradizioni locali, ma si possono anche incontrare tante piccole statue di bronzo per la città, che rappresentano il capretto in diverse pose e situazioni. Sono diventate un vero e proprio percorso urbano da scoprire passeggiando, soprattutto per i più piccoli, che si divertono a cercarle tra le vie del centro storico.
Gli gnomi di Breslavia e il Ponte delle streghe

Passeggiare a Breslavia con i bambini (anche piccoli) è uno spasso, bisogna ammetterlo! Merito delle piccole statue di bronzo a forma di gnomo che tappezzano la città, facendo capolino dagli angoli più impensabili. Pensate che ben 60 sono collocate solo attorno alla Piazza del Mercato e in tutta la città ce ne sono oltre quattrocento. La missione con i bimbi sarà naturalmente trovarne il più possibile, ma sapete qual è la loro origine? Nacquero negli anni ’80 come simbolo di resistenza del movimento pacifico Alternativa Arancione al regime comunista. Dapprima gli attivisti dipingevano gli gnomi sui muri, ma all’ennesimo colpo di spugna, forgiarono i primi gnomi in bronzo.

Sempre in tema di statuette in bronzo che, abbiamo capito, sono un vero emblema della tradizione polacca un po’ in tutte le città, non perdete quelle di Tekla e Martynka poste sul Ponte delle Penitenze, sospeso a 45 metri d’altezza tra le torri della Chiesa di Santa Maria Maddalena. La leggenda narra che a Breslavia viveva una giovane, Tekla, tanto vanitosa quanto pigra. Una maledizione si abbatté sulla ragazza che venne costretta a spazzare in eterno il ponte della cattedrale. Per fortuna, in suo soccorso, arrivò la generosa strega Martynka che riuscì a spezzare la maledizione.
La Fontana di Nettuno e i segreti del tempo a Danzica

Nel cuore di Danzica non potete non imbattervi nella maestosa Fontana di Nettuno. La leggenda racconta che, irritato dai cittadini che gettavano monete d’oro nella sua vasca, il dio del mare le colpì con il tridente, frantumandole in polvere dorata. Da quella magia nacque l’ingrediente segreto del Goldwasser, il famoso liquore alle erbe con scaglie d’oro.

Una seconda leggenda è legata invece alla maestosa Basilica di Santa Maria, la più grande chiesa in mattoni d’Europa: al suo interno si trova infatti un orologio astronomico del XV secolo, costruito da Hans Duringer, le cui figure decorate sul quadrante – come il serpente con la testa di donna – e i complessi ingranaggi sembrano voler raccontare di antichi miti e simboli esoterici che avrebbero guidato l’artista.
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