Un weekend a Napoli con i bambini, nella città di Totò Sapore tra pizze e tante meraviglie

Eleonora De Filippis, autore di Family Go
Età bambini:  4-12 anni13-18 anni

Avere due figli appassionati di vulcani è un bell’impegno! Dopo Etna e Stromboli eccoci finalmente davanti al tanto agognato Vesuvio, il Re dei vulcani. Prima della partenza nella mente dei miei figli Napoli era una sorta di grande mercato chiassoso dove scorrazzano Totò Sapore, “Pulicinella” e la strega Vesuvia tra succulente pizze margherita e tarantella. Chi è Totò Sapore? Uno splendido personaggio dell’omonimo cartone che consiglio caldamente di mostrare ai vostri piccoli viaggiatori prima di partire alla volta della città partenopea.

Inutile dire che un weekend a Napoli con bambini va preparato con qualche accorgimento in più e nonostante ciò dovrete far fronte a mille sorprese, belle e meno belle; imprevisti di ogni tipo di fronte ai quali, ahimé, anche la più pignola delle viaggiatrici dovrà soccombere con una buona dose di rassegnazione. Cominciamo per ordine: decidiamo di partire sabato mattina in auto perché da Roma il primo treno disponibile la mattina è alle 9 (!) e questo ci comprometterebbe la giornata; inoltre, la macchina ci servirà per visitare l’indomani la Città della Scienza a Bagnoli, nella periferia sud-ovest di Napoli.

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Arrivati al nostro Hotel di San Francesco al Monte ci concediamo qualche minuto per ammirare lo splendido panorama che si gode dalla terrazza, lasciamo i nostri bagagli e l’auto (che abbiate una Ferrari o una Cinquecento vi consiglio di lasciare sempre l’auto in un parcheggio a pagamento: 20-25 euro/notte) e partiamo alla scoperta della città.

Spaccanapoli tra presepi e pulcinella

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Napoli vanta una secolare tradizione di presepi e passeggiare tra le viuzze di Spaccanapoli alla ricerca del pezzo mancante in terracotta per il vostro presepio è sempre una buona idea. Sebbene le mie amiche napoletane mi avessero sconsigliato la visita devo dire che non abbiamo incontrato alcun problema; le strade più turistiche sono ben sorvegliate, ogni 10 passi c’era un vigile o un poliziotto…. naturalmente si consiglia la visita senza borse, IPad di ultima generazione e gioielli. Accanto a negozi piuttosto dozzinali e sosia di Pulcinella a ogni angolo, questo quartiere vanta ancora molte storiche botteghe artigianali che realizzano vere e proprie opere d’arte in miniatura, splendide copie dei presepi tradizionali settecenteschi e costruzioni in sughero dalle forme più ardite con fontane, ruscelli e pizzaioli che impastano la pizza come quelli del grande maestro Francesco Viscione (via San Pietro a Maiella, 28).

Scendiamo “sottissimo” alla volta di Napoli sotterranea

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A pochi passi dalla piazzetta di San Gaetano, cuore di Spaccanapoli si trova l’ingresso di Napoli Sotterranea. La visita si svolge in piccoli gruppi con una guida e dura circa un’ora e mezza ma è assolutamente avvincente. Dopo essere scesi “sottissimo” nelle prime grandi cisterne romane che conservano oggetti lasciati qua e là durante l’ultima guerra (caschi, letti, giocattoli e armi), si giunge alla tappa più suggestiva, quella che merita da sola la visita. Per la tappa successiva occorrerà prendere ognuno una candela perché da qui il percorso si fa impervio e si snoda tra cunicoli larghi – si fa per dire – solo 40-50 cm! Non vorrei avere qualche mamma sulla coscienza e quindi parlo solo a chi naturalmente non soffre di claustrofobia o chi come me ha deciso di combatterla per eccessivo amore filiale ma è veramente entusiasmante. Anche la sottoscritta ha avuto – confesso – qualche tentennamento iniziale ma il gioco vale… la candela! I cunicoli sono altissimi e strettissimi e richiedono una taglia massima 46 (ricordate le frittelle e i babà?) e conducono ad una grande cisterna piena d’acqua sopra la quale è stata posta un’anfora romana. Il luogo è scenografico e bellissimo. Torniamo in superficie dove la guida ci fa sostare davanti ad un bar per la “pausa caffè”; anche qui vi consiglio di non demordere perché vale la pena aspettare. Dopo 10 minuti al freddo e al gelo, la visita finalmente prosegue lungo un vicolo. Entriamo quindi in un vero “basso napoletano” ovvero una tipica abitazione al piano terra composta da una sola camera su livello strada, arredata con semplicità. La guida fa scorrere il letto dell’ex proprietaria e ci mostra una botola che conduce a una stanza sotterranea, utilizzata al tempo come magazzino dalla proprietaria, ma che conserva i resti di un antico teatro romano detto “di Nerone”. Nella sala sono state posizionate delle grandi teche con copie di personaggi del presepe napoletano settecentesco.

La Cappella Sansevero e gli esperimenti alchemici del Principe Raimondo

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A pochi passi dalla piazza si trova anche l’ingresso di una dei più significativi capolavori settecenteschi della città: la Cappella Sansevero che conserva – tra gli altri – la magnifica scultura del Cristo velato di Giuseppe Sammartino, oltre alle opere virtuosistiche di Queirolo tra cui il magnifico gruppo scultoreo del Disinganno. Ma è nella sala delle macchine anatomiche che i bimbi si soffermano maggiormente per una breve lezione di anatomia, con due scheletri umani con il sistema circolatorio perfettamente conservato, probabilmente realizzata grazie alle conoscenze alchemiche del misterioso principe Raimondo di Sangro.

Finalmente la pizza!

Nella zona di San Gregorio armeno si trovano le pizzerie storiche di Napoli che spesso però sono molto affollate quindi poco adatte se si viaggia con bambini al seguito. Optiamo quindi per una pizza da Ciro a Mergellina, di fronte al porto turistico di Mergellina. La zona è tranquilla ed è ben servita anche dai taxi nel caso i mezzi pubblici scarseggiassero.

Tappa obbligatoria: il Museo archeologico di Napoli uno dei musei più belli del mondo

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La mattina seguente ci aspetta la visita ad uno dei musei più belli e importanti del mondo: il Museo Archeologico di Napoli. Dopo esperienze rocambolesche dovute a stazioni della metropolitana inspiegabilmente chiuse, autobus inesistenti e indicazioni contraddittorie il tragitto per il museo prende una piega insperata a bordo di un taxi. In dieci minuti di corsa un tassista è capace di raccontarti la sua vita, la sua storia personale della città, qualche gossip locale e mostrarti anche le foto del suo matrimonio e del bebé appena nato. Giunti a destinazione i miei piccoli “assistenti museali” si armano di foglio e matita ed entrano nella grande sala dell’Ercole Farnese. Una statua ellenistica di oltre 3 metri, realizzata da Glycon Ateniese nel III secolo d.C. su modello di Lisippo, proveniente dalle Terme romane di Caracalla.

La sala è popolata da divinità e anche in questo caso un cartone viene in mio aiuto: Hercules! Ritroviamo così accanto ad Ercole, dio coraggioso e forte, Diana, la dea della caccia con arco e faretra; un meraviglioso Dioniso, dio della vegetazione e del vino e tanti imperatori romani.

Purtroppo della collezione egiziana, la più importante tra quelle conservate in Italia dopo quella torinese, sono esposti solo pochi pezzi a causa della mancanza di personale, ma bastano comunque a incuriosire i bimbi alle prese con la prima mummia della loro vita! Anche la sala del plastico di Pompei è chiusa per lo stesso motivo. La mia esperienza mi dice che di fronte a musei d’arte antica occorre assolutamente differenziare la visita e soprattutto supportarla con brevi racconti e certamente la mitologia fa il caso nostro; la visita deve essere piuttosto una “passeggiata tra le opere”, niente più di questo. Saliamo quindi al secondo piano che ospita meravigliosi mosaici e affreschi provenienti per lo più da Pompei ed Ercolano. La sezione dei mosaici è davvero straordinaria: pesci, animali feroci, nature morte, virtuosismi inimmaginabili che gli archeologi del passato staccavano dal contesto considerandoli esempi tra i più significativi da musealizzare. A ciò si deve infatti la varietà e la ricchezza dei pezzi esposti. Per la visita al “Gabinetto segreto”, così chiamato dagli stessi Borbone per ospitare in una sala riservata le opere di pregio a sfondo erotico decidiamo di fare a turno e di lasciare fuori i bambini a disegnare onde evitare domande indiscrete. Consigliato un salto nel Bookshop con molti gadget e libri di storia per i più piccini.

La Città della scienza: tra cervelli e uova di dinosauro

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Non avrei mai rinunciato alla visita alla Città della scienza di Bagnoli dopo lo sciagurato incendio doloso che nel 2013 la distrusse a poco tempo dalla sua inaugurazione. La Città ha deciso immediatamente di risorgere attraverso l’apertura di alcune mostre temporanee. Al momento della nostra visita erano visibili alcune mostre: la prima indicata a ragazzi dal titolo: “Brain. Il mondo in testa è una mostra sul cervello”, la seconda “Ricominciamo dai dinosauri: uova e cuccioli di dinosauri” è adatta anche ai bambini più piccini. Le mostre sono prettamente didattiche, hanno quindi bisogno del supporto dello staff che organizza ogni ora una visita guidata. Nell’attesa vi sono dimostrazioni e laboratori creativi. Data l’età dei nostri bimbi decidiamo di visitare solo quella sui dinosauri. Nella sala vi sono delle buche di sabbia dove scavare alla ricerca di uova preistoriche e tutte le sezioni hanno ricostruzioni di scheletri e uova, fotografie dei ritrovamenti e pannelli informativi che aiutano grandi e piccini a scoprire il lato “umano” dei dinosauri, in particolare delle mamme dinosauro! Certo c’è molto ancora da fare ma è un bel segnale, soprattutto per i bambini e per la città stessa che vive sempre tra energia ed entusiasmo e momenti di profonda rassegnazione. Da Bagnoli riprendiamo la nostra macchina in direzione Roma promettendo al Vesuvio di tornare presto a trovarlo.

Dove dormire

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Hotel San Francesco al monte. Un convento antico ristrutturato che vanta al primo piano anche una piccola cappella affrescata. Le camere si affacciano sulla città, di fronte il Vesuvio e il magnifico golfo visibile anche dalla sala colazioni. L’ultimo piano, aperto da maggio a settembre, ha una spettacolare terrazza con piscina panoramica. L’hotel è situato in una zona centrale, ben collegata e tranquilla e dispone di parcheggio custodito a pagamento e di ristorante. Disponibili pacchetti famiglia.

Dove mangiare

Ciro a Mergellina – Via Mergellina, 21 – Il Ristorante è uno dei più noti di Napoli. A due passi dal porto turistico di Mergellina ha un menù tradizionale ed è noto anche per l’ottima pizza. Il personale è molto competente e gentile. www.ciroamergellina.it
Friggitoria Vomero – Via cimarosa 44
Pasticceria Bellavia – Via Luca Giordano, 158 – www.pasticceriabellavia.it

Da consultare prima della visita

Totò Sapore e la magica storia della pizza”, di Maurizio Forestieri. Musiche di Edoardo ed Eugenio Bennato con la voci di mario Merla, Lello Arena e Francesco Paolantoni, 2003.
Hercules, Disney Production, con contenuti speciali: La mitologia greca.

 

Copyright: Familygo. Tutti i diritti riservati. Foto di E. De Filippis; Hotel San Francesco al Monte; Città della Scienza; Cappella Sansevero; Napoli Sotterranea; Spaccanapoli ph Kostantinos

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